venerdì 28 maggio 2010

Da Dante a Cesare... o viceversa...

E’ la solita vecchia storia… Firenze è bianca o è nera… è guelfa o è ghibellina… è il nostro DNA secolare… non c’è niente da fare, è più forte di noi… portiamo dentro, inconsapevoli, l’innata e stacanovistica capacità di essere bastian contrari ad oltranza, a dispetto di ogni logica, anche la più evidente e conclamata… conosciamo il gusto di dividerci per poi riunirci da lontano, quandunque nel tempo, ovunque nello spazio… riusciamo a vivere anche il più astioso degli addio come un arrivederci sincero, convinto, amichevole… e mi chiedo, abituati come siamo a scorrazzare fra il Cupolone e Santa Croce senza degnarli di uno sguardo, ci siamo davvero accorti che una decina di anni fa siamo entrati nel terzo millennio? … convinti come siamo che Firenze è ancora capitale… saremo mai davvero in grado di arrenderci all’impossibilità del contrario ogni qualvolta le cose seguiranno logiche meccanicistiche che prendono a pugni la nostra anima di contrastati irrisolti? … riusciremo mai, sul serio, ad accettare che “questo” calcio e che “questa” Fiorentina non possono più essere semplicemente la Viola di cui ci siamo innamorati da piccini e per cui abbiamo pianto da grandi…? Ne dubito… con triste sincerità e con infinito orgoglio… mi sarei stupito se il faccione abbronzato e sorridente di Corvino fosse stato accolto diversamente oggi pomeriggio… e mi sarei stupito se i cori per il Mister si fossero confusi con apprezzamenti per i Della Valle… e tutto questo nonostante il Sommo Poeta, primo di cui si ricordi la “cacciata” da Firenze, abbia riservato l’ultimo girone dell’inferno, quello da “dannati d.o.c.”, a coloro che si sono macchiati, in vita, del peccato più infimo… tradire i loro stessi benefattori…

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